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Come la UX costruisce empatia con i dati 

La UX corrisponde all’esperienza che il cliente vive nelle diverse fasi di acquisto di un prodotto/servizio e ovviamente in ogni esperienza che comprende produttore e consumatore possono esistere delle incomprensioni.

Affinché, però, queste incomprensioni possano essere superate è necessario individuare il problema e, sulla base dei dati raccolti, capire la possibile soluzione.

Dati, problemi e possibili soluzioni

Una User Experience viene definita vincente solo se garantisce facilità ed efficienza. Questi due valori sono essenziali in ogni singolo aspetto dell’esperienza, soprattutto qualora si parli di eventuali problemi riscontrati.

Garantire agli utenti la risoluzione di una difficoltà è, molto spesso, un processo più lungo di quanto ci si possa immaginare.

Come facciamo, quindi, a semplificarlo?

Semplicemente grazie all’unione di due fenomeni: il Problem Statement e la raccolta dati (siano essi di tipo quantitativo o di tipo qualitativo).

Che cos’è il Problem Statement?

Il Problem Statement è la precisa descrizione di un problema. Per essere efficace deve innanzitutto essere preceduto da una fase di brainstorming.

Un altro aspetto importante è il cliente; parlando di UX non è assolutamente pensabile porre l’utente in secondo piano. Infatti, il problema a cui si fa rifermento deve essere focalizzato principalmente sui clienti che hanno esposto le difficoltà. Passaggio importante è, quindi, anche quello di entrare in empatia con i soggetti interessati in prima persona.

Capire effettivamente quanto possa incidere questo problema sull’azienda è un altro fattore di cui tener particolarmente conto. Percepire, quindi, quali potrebbero essere gli eventuali danni e studiare le possibili soluzioni è il nostro focus centrale. Questo focus, però, deve essere ben inquadrato; cioè è importante che il Problem Statement non abbia un ampio raggio in modo da evitare confusione da parte dei membri del team stesso.

I dati

Nessun Problem Statement può avere inizio e può portare ad una soluzione se non ha a sua disposizione dei dati. Che si parli di dati di tipo quantitativo o di tipo qualitativo è importante sottolinearne l’importanza: senza di essi non sarebbe possibile creare e migliorare una UX di successo.

Sarebbe facile pensare che i dati più rilevanti siano quelli di tipo quantitativo, in realtà nel contesto della User Experience i dati di tipo qualitativo assumono un valore nettamente superiore a quello che potrebbero assumere in molti altri settori aziendali. Infatti, a tal proposito la UX Research si occupa di studiare il rapporto tra la quantità di dati raccolti e il motivo per il quale esistono.

Qualitativi o quantitativi?

La base di qualsiasi studio e risoluzione di problemi parte sempre dalla raccolta dati, i quali nella maggior parte di casi sono quantitativi.

I dati quantitativi avvengono generalmente su un campione di persone molto ampio, permettendo di trarre delle conclusioni che sono attuabili e adattabili a tutti in maniera indistinta. Questo è possibile grazie alla validità, l’affidabilità e l’obiettività che questi dati offrono.

Le analisi di tipo qualitativo, invece, avvengono su un campione ridotto di soggetti e permettono di conoscere la natura del problema stesso in modo da poter favorire lo sviluppo di intuizioni utili alla scoperta e alla risoluzione della difficoltà. Affinché anche questo tipo di analisi possa essere ritenuta valida è opportuno che raggiunga gli stessi principi raggiunti dall’analisi di tipo quantitativo, ossia: validità, obiettività e affidabilità.

Garantire questo genere di risultati è possibile solo se:

  • Il lavoro viene sviluppato in relazione a studi teorici in merito all’interazione uomo-macchina
  • Vengono poste domande ai partecipanti al fine di stimolare i loro pensieri senza, però, condizionarli
  • Vengono studiati in maniera più dettagliata tutti quei soggetti che sono diversi dal campione osservato

L’importanza del rapporto tra empatia e dati per la UX

Studiare i dati e creare un Problem Statement corretto è alla base del rapporto che si verrà a creare tra utente e azienda, di conseguenza è alla base di come il cliente vivrà e percepirà la User Experience.

Molto spesso focalizzarsi sull’analisi dei dati e su come scoprire la soluzione può mettere in secondo piano il benessere degli utenti; ed è per questo motivo che proprio la User Experience deve offrire soluzioni alle difficoltà dei clienti stessi.L’unione tra UX, dati e Problem Statement è, appunto, ciò che permette all’empatia di essere centrale grazie a metodi che prediligono la presenza di più team variegati e differenti (al fine di poter meglio comprendere le esigenze di ogni singolo utente). Infine, fondamentale è la creazione di una Empathy Map, ossia una mappa in grado di visualizzare le emozioni, le speranze e le paure, favorendo, di conseguenza, anche la scoperta di eventuali punti deboli.

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